Trasmettitore R.F. 300 MHz


Costituisce l'interfaccia tra il treno d'impulsi digitali generato da IC1e l'etere. È in altre parole quella parte del circuito che genera l'alta frequenza e la irradia nell'etere.

Data la portata e la stabilità richieste, e pensando anche al costo ed alle dimensioni finali, si è scelto un trasmettitore ad oscillatore libero.

Il segnale presente sul piedino d'uscita 15, arriverà alla base del transistor Q1, tramite la resistenza R4.

Questo transistor tipo BF199 costituisce lo stadio trasmittente UHF. La bobina L1 (che si trova incisa direttamente nello stampato), collegata al compensatore C4, a C5 ed a C6, forma un circuito accordato sui 300 MHz circa.

In pratica si tratta quindi di un trasmettitore a modulazione d'ampiezza, modulato con impulsi digitali: quando in ingresso c'è un UNO, trasmette alla sua massima potenza, quando c'è uno ZERO, non trasmette

Utilizzando come antenna irradiante nel trasmettitore la sola bobina L1, la sua portata si aggirerà sui 100/150 metri circa. Sarebbe anche possibile collegare un'antenna (in quarto d'onda) al lato "caldo" di C5, ma la cosa sarebbe alquanto antiestetica.

In trasmissione, vale a dire soltanto quando si premerà uno dei sedici (o dodici) pulsanti, l'assorbimento medio del telecomando raggiungerà un massimo di 9-10 mA, dei quali oltre il 90% andranno al solo trasmettitore.

È a questo punto importante sottolineare una cosa: come la legge di mercato quotidianamente ci abitua a fare, lo stadio ad alta frequenza è stato interamente copiato da un telecomando (presumibilmente Gemini®). Dato che non vi erano marchi di Copyright o di brevetto, e considerando anche che il telecomando in questione aveva almeno 15 anni, e che il telecomando che ho realizzato non è ad uso commerciale, ma hobbistico, nessuno dovrebbe avere niente da ridire.

È stata copiata L1 (la parte più critica) con uno scanner ad alta risoluzione e sono stati copiati i valori degli altri componenti, tranne Q1, che in origine era uno ZTX 321. Sembra, infatti, che i transistor di tale Famiglia (prodotti dalla Zetex) siano introvabili, anzi sconosciuti alla maggior parte dei negozianti del settore della nostra città.